martedì 25 novembre 2014

Eco

Le pareti bianche riflettevano il mio sguardo.
Perso. Con me stesso.
Il muro, morbido al tatto, si schiariva al tocco, lasciando intravedere l'esterno.
Al di fuori della mia prigione, si stendeva a perdita d'occhio il Deserto.
Cubi marmorei popolavano il paesaggio.
Tutto era fermo.
Come una clessidra al termine del tempo.
Poi. Il suono.
Assordante. Confortante.
Finalmente qualcosa sminuiva il peso del vuoto sul mio cranio.
Provai a rispondere.
Senza neanche sapere, se qualcuno sarebbe mai stato capace di udire la mia voce.
Di capirla. Di risponderle.
Ma la parole era Una; chiara.
Esisto.
Pretendevo di sapere.
Dovevo confermare la mia esistenza in quella degli altri.
Però, soltanto un rumore indistinto si presentò nuovamente alle mie orecchie.
Qualcun'altro? Io? O  era il Nulla che schiacciava la mia mente?
Non sapevo.
E non avrei mai saputo, 
rinchiuso per sempre nell'avorio della mia Anima.

Nessun commento:

Posta un commento